Durante le nostre giornate lavorative oppure nei momenti di svago ci soffermiamo mai a riflettere sul modo con il quale il Web, nel momento in cui digitiamo o visitiamo un sito, ci permette di ottenere migliaia di consigli su argomenti simili correlati alla nostra ricerca?
Nel mondo informatico, il processo di digitalizzazione è stato ottimizzato attraverso la rivoluzione apportata dai Big Data
I dati relativi a un individuo, nel Terzo Millennio, sono considerati il nuovo “oro”, su cui si è scatenata una vera e propria corsa.
Sulla base delle scelte personali di una persona che spaziano dai vestiti, al cibo, alla politica, tutto può essere analizzato ed enumerato.
Questi dati vengono quindi utilizzati dalle aziende per vendere i prodotti o i servizi in base alle nostre preferenze.
Siamo ormai dipendenti da varie applicazioni per la prenotazione di appuntamenti, il pagamento delle bollette e anche per prendere alcune decisioni rapide, ad esempio, finanza, assicurazione o gestione delle scorte.
La separazione tra vita online e offline si è drasticamente assottigliata e ora i due ambiti si compenetrano in quasi tutti gli aspetti della nostra vita.
Per certi versi, tale visione ricorda un progetto architettonico realizzato Jeremy Bentham, filosofo inglese del XVIII secolo.
Un edificio di periferia dalla pianta a forma di cerchio dove, al centro, vi era una torre con grandi finestre che si aprivano verso il lato interno dell’anello.
La struttura interna era divisa in piccole celle ognuna dotata di due finestre: una guardava la torre mentre l’altra permetteva alla luce di passare attraverso la sala.
Ponendo un supervisore al centro della torre in grado di sorvegliare costantemente tutti gli ospiti della struttura, questa poteva rapidamente trasformarsi nel Panopticon, il carcere ideale.
Michael Foucault nella sua celebre opera “Surveiller et punir: Naissance de la prison” (Sorvegliare e punire: la nascita della prigione) utilizza questo modello di Panopticon ideato da Bentham per spiegare la genesi del potere.
L’intero sistema è infatti una trappola visiva; la persona nella cella non può sapere se qualcuno lo sta osservando oppure no.
La potenza di questo sistema risiede nel suo essere “non verificabile”dal soggetto lì rinchiuso.
Nel momento in cui chiunque può guardare attraverso la torre si viene a creare una forma di potere capillare piuttosto che una singola unità di potere ben distinta, come il celebre “Leviatano” di Hobbes.
Oggi la metafora del Panopticon può tranquillamente essere usata per definire la sorveglianza tecnologica.
Poiché il potere è esercitato su di noi in modo invisibile e non verificabile, non ci sentiamo esplicitamente violati anche se questo avviene quotidianamente nella nostra vita digitale.
Durante il download di un’app o l’accettazione di determinati accessi sul nostro telefono non ci soffermiamo mai ad analizzare le conseguenze di questi gesti e cosa determinino per il diritto all’inviolabilità del soggetto.
A causa della nostra mente, condizionata a concentrarsi sui risultati e a massimizzare i desideri, tendiamo a ignorare le minacce che tali gesti implicano e non siamo in grado di vedere la mano invisibile del potere, proprio perché non rilevabile nell’immediato.
Il “Grande Fratello” di George Orwell si è quindi trasformato in un potere invisibile in cui le nostre scelte e i nostri diritti non sono espressamente limitati bensì inseriti un sistema in grado di condizionarli.
Lo stato in cui viviamo non è autoritario ma per esercitare il suo potere, in realtà draconico, ci pone in una condizione illusoria di “libertà”.
Nel momento in cui i dati controllano le nostre tecniche di approccio e interazione con il digitale, dal quale dipende sempre più il reale, la prigione perfetta è quindi edificata.
Dopo la famigerata rivelazione del sistema di sorveglianza delle agenzie investigative negli Stati Uniti da parte dell’informatore Edward Snowden, persone e studiosi hanno iniziato a identificare e sottoporre ad analisi le questioni etiche relative alla privacy, ai big data e alla governance.
Gli studiosi sono arrivati a definire senza mezzi termini questo tipo di tecnologia “persuasiva”.
Il Panopticon digitale sta infatti controllando e modificando i nostri modelli comportamentali, esercitando con la sua mano invisibile pressioni e coercizioni sull’individuo.
Molti paesi hanno ora adottato codici o norme e regolamenti per i media digitali per limitare l’uso improprio dei dati raccolti da varie piattaforme online. In India, ad esempio, le recenti Regole per l’Information Technology (Intermediary Guidelines and Digital Media Ethics Code) 2021 sono stabilite su linee simili. Il governo ha descritto queste regole come un meccanismo di autoregolamentazione “soft-touch”.
Tutte le piattaforme dei media dovranno istituire un meccanismo di ricezione, ascolto e riparazione ad eventuali lamentele su violazione della privacy e raccolta indebita di dati.
Il Ministero dell’elettronica e dell’informatica ha inoltre ordinato alle piattaforme di inviare rapporti mensili sui reclami ricevuti dagli utenti e sulle azioni intraprese. Infine, le app di messaggistica istantanea dovranno prevedere il tracciamento del primo mittente di un messaggio nel caso in cui venga richiesto dalle autorità legittime.
Non a caso le apprensioni sollevate dalle aziende sono legate a quest’ultima parte della norma.
L’iniziativa del governo indiano è tempestiva poiché la tecnologia sta superando il sistema legale e giudiziario al fine di stabilirne uno funzionale ai suoi scopi sempre maggiormente polizieschi.
La nuova epoca sarà quella del mondo digitale, tuttavia i temi etici sanciti dai trattati internazionali e dalla nostre costituzioni democratiche non devono cadere nel dimenticatoio.
La dignità umana e il diritto alla privacy come sanciti dai Diritti Fondamentali e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani devono sempre guidare la tecnica, la politica e l’economia.
Valori quali l’autonomia, le pari relazioni di potere e il controllo sulla tecnologia non sono espressamente citati nei suddetti trattati, ma possono essere visti come parte del rispetto di questi diritti fondamentali e inalienabili dall’essere umano.
Giuseppe Pasquali
Content Manager Coding Moth srl