I Pionieri dell’informatica: Tim Berners-Lee

Il web non collega solo le macchine, collega le persone.” (Tim Berners-Lee)

Tim Berners-Lee nel suo studio.
Tim Berners-Lee

Il web: una singolarità tecnologica

Ci sono gesti, all’interno del nostro vivere quotidiano, che diamo per scontati.

Ogni volta che digitiamo l’indirizzo di un sito web in un browser, che sia per leggere le ultime notizie, per inviare e ricevere messaggi, per cercare gli orari del cinema, per ascoltare della buona musica o per guardare un programma ci dimentichiamo che c’è stata un’epoca dove tutto questo non esisteva, un’era cronologicamente non molto distante dalla nostra attualità.

A cambiare radialmente il nostro mondo e, in particolare, il modo in cui le informazioni vengono inviate e ricevute in tutto il globo all’interno di un sistema interconnesso è stata quella che tecnicamente viene definita una “singolarità tecnologica” ossia il momento in cui una civiltà cambia così tanto e rapidamente che le sue regole e le tecnologie sono incomprensibili per le generazioni precedenti.

Dietro a questo punto di non ritorno nella storia della nostra civiltà vi è un uomo: Sir Tim Berners-Lee, che 30 anni fa ideò e realizzò il World Wide Web, la rete che ci connette in ogni istante anche all’angolo più sperduto del pianeta.

L’inventore del World Wide Web è a pieno titolo una delle “100 persone più importanti del 20° secolo” secondo la celebre rivista Time, uno scienziato e accademico il cui lavoro visionario e innovativo ha trasformato quasi ogni aspetto non solo della nostra vita ma anche delle generazioni future.

Un’altra persona al suo posto sarebbe diventata miliardaria. Avrebbe brevettato la sua invenzione, trasformato un protocollo in un’azienda e adesso – probabilmente – si troverebbe nell’elenco delle persone più ricche del mondo assieme al coetaneo Bill Gates.

E invece, nel 1994 lo scienziato decise letteralmente di donare al mondo la sua invenzione: il World Wide Web.

Una singolarità tecnologica disponibile e libera: questa la filosofia che sarà sempre alla base del modo di concepire il web di Berners-Lee

Un genio ordinario

Il futuro è ciò che costruiamo.” (Tim Berners-Lee)

Tim Berners-Lee con la sua invenzione: il WWW

Tim Berners-Lee nasce a Londra l’8 Giugno del 1955. I suoi genitori erano entrambi matematici e in casa la matematica era ovunque.

I genitori Tim, all’epoca, lavoravano con il primo computer commerciale, il Ferranti Mark 1. A 5 e il futuro informatico, sin dall’infanzia, entrò in contatto con questa macchina, seppure in una sua forma ancora rudimentale.

Laureato in Fisica all’università di Oxford nel 1976, nel 1980 si unisce al CERN (Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare) in qualità di consulente, ma abbandona la posizione solo un anno dopo per dirigere la società tecnologica Image Computer Systems. Ritornerà sui suoi passi pochi anni dopo, nel 1984, per iniziare a lavorare proprio al CERN sull’ipertesto: lo strumento che permette di collegare via internet documenti differenti tramite un link. È la base fondante del web, ma all’epoca l’obiettivo di Berners-Lee è soltanto quello di permettere ai ricercatori di condividere più facilmente le loro informazioni.

Nell’Ottobre del 1980 scrive un documento contenente la descrizione di un progetto, che nominò “Enquire”. Restava ancora un grosso problema da risolvere: i ricercatori che confluivano al CERN da tutto il mondo avevano computer diversi, utilizzavano file con formati diversi, a volte non compatibili tra loro e questo rallentava lo scambio di informazioni, complicando e rendendo frammentario il lavoro.

Berners-Lee era intenzionato a trovare un modo per collaborare più efficacemente con studenti e colleghi, condividere documenti e risultati senza dover accedere ad un particolare computer. L’approccio scientifico e le sue ottime conoscenze informatiche, unite alla sua costruttiva immaginazione permisero allo scienziato di trovare una soluzione a questo problema.

Nel Marzo 1989 scrisse un documento dal titolo “Information Management: A Proposal”, definito dal suo capo “vago ma interessante…”, seguito da una proposta più operativa nel Maggio dello stesso anno.

Nell’Ottobre del 1990 Berners-Lee aveva implementato le 3 tecnologie fondamentali che rimangono alla base del web che oggi tutti usiamo: HTML (HyperText Markup Language) il linguaggio del web, URI (Uniform Resource Identifier), ovvero l’”indirizzo” usato per identificare univocamente le risorse nel web, HTTP (HyperText Transfer Protocol) il protocollo per la trasmissione di informazioni.

Il 6 agosto 1991, conclusa la ricerca, introduce al mondo la sua creazione e mostra il primo, rudimentale, sito internet della storia, dove lui stesso spiega che cosa sia ciò che ha appena battezzato World Wide Web:

Un’iniziativa di reperimento di informazioni ipermediali ad ampia area con l’obiettivo di fornire un accesso universale a un vasto universo di documenti”.

Quel giorno, nasce il web. Ma nessuno sembra essere particolarmente interessato.

Senza eccessivi clamori e per fini prettamente funzionali era nato il World Wide Web e nessuno, tanto meno il suo creatore, riusciva ancora a scorgere l’importanza di questa invenzione e i cambiamenti epocali che avrebbe apportato alla società.

Il primo web server fu proprio il computer di Berners-Lee e la prima applicazione provata l’elenco telefonico del CERN, il primo sito, lanciato il 6 Agosto del 1991, http://info.cern.ch

Il primo anno il server registrò 100 accessi al giorno, che divennero 1000 l’anno successivo.

Nel 1992 i server erano 50, nel 1994 gli utilizzatori erano 6 milioni, quasi tutti ancora appartenenti al mondo accademico e della ricerca scientifica, nel 1995 Microsoft rilasciò il primo browser commerciale, nel 1994 si tenne la prima conferenza internazionale via web e nel 1997 si registrò il primo uso per e-commerce.

Oggi si stima che circa 5 miliardi di persone, due terzi della popolazione mondiale, abbia accesso a internet.

Una Rete aperta e democratica

Il Web è progettato per essere universale: per includere tutto e tutti. (Tim Berners-Lee)

Tim Berners-Lee: This Is for Eveyone

Berners-Lee è un convinto sostenitore del fatto che la sua invenzione deve appartenere a tutti, essere pubblica, libera e gratuita.

Il web è più una creazione sociale che tecnica. L’ho progettato con uno scopo sociale: aiutare la gente a lavorare insieme”.

Nell’Aprile del 1993 il CERN rilasciò un documento pubblico nel quale rinunciava a qualsiasi diritto, rendendo di fatto internet accessibile a tutti.

Il ruolo di Tim Berners-Lee diventa col tempo quello di “padre nobile”: nel 1994 fonda il World Wide Web Consortium (W3C), un ente non governativo che ha lo scopo di stabilire e diffondere standard tecnici comuni per la creazione di siti web, browser e altri strumenti online, preservando l’interoperabilità del web.

Con la diffusione di internet ai quattro angoli del pianeta, a preoccupare Berners-Lee è invece il crescente divario digitale tra le popolazioni e il fatto che ancora oggi miliardi di persone siano tagliate fuori da uno strumento che nel frattempo è diventato essenziale.

A questo scopo, nel 2008 fonda la World Wide Web Foundation, che promuove l’utilizzo equo di internet, la Net Neutrality (ovvero l’impossibilità per i provider di dare priorità ad alcuni servizi online a scapito di altri) e altro ancora.

Nel 2004 la Regina d’Inghilterra lo ha insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine dell’Impero Britannico, nel 2007 è divenuto membro dell’Ordine al Merito del Regno Unito e nel 2011 ha vinto il premio Mikhail Gorbaciov come “uomo che ha cambiato il mondo”.

La sua missione, nel complesso, resta la medesima tracciata trent’anni prima. Ed è anche ciò che sottolinea quando gli viene chiesto che cosa lo renda più orgoglioso: “Che il World Wide Web sia una piattaforma aperta. Sono felice che sia stato molto nettamente progettato affinché i programmi possano comunicare tra loro attraverso la rete”.

Ancor più sorprendente è il fatto che, già nel 2011, avesse chiaramente individuato i rischi nascosti nella diffusione del web, in un’epoca in cui, invece, si tendeva a tesserne lodi acritiche e a pensare che avrebbe diffuso la democrazia in tutto il mondo.

Di recente stavo seguendo un dibattito su Twitter sulla Net Neutrality, quando mi sono reso conto che nessuno stava tenendo posizioni moderate. Erano tutti veementi e arrabbiati. Potrebbe essere il caso che, con la rapidità delle comunicazioni, le opinioni ragionate non si propaghino. Questi strumenti accelerano le emozioni delle persone. In più, vediamo emergere sette religiose e teorici del complotto”.

Ancora oggi, oltre tre decenni dopo, è in prima linea per difendere la sua creazione e per crearne una nuova versione libera dalle maglie commerciale e in cui il potere torni in mano agli utenti (ma senza sfruttare gli strumenti speculativi della blockchain e delle criptovalute).

Nel 2018, l’inventore del WWW ha infatti lanciato un nuovo progetto decentralizzato: Solid.

Il web è diventato un motore di disuguaglianza e divisioni; dominato da forze che lo sfruttano per i loro interessi”, scrive Tim Berners-Lee nella presentazione del suo progetto.

Solid cambia il modello attuale, in cui gli utenti devono cedere i loro dati personali ai giganti digitali in cambio di un valore percepito. Solid è un’evoluzione del web che mira a ricreare l’equilibrio; fornendo a tutti il completo controllo dei propri dati, personali o meno, in un modo rivoluzionario”.

Solid, in sintesi estrema, è una piattaforma decentralizzata e open source che sfrutta l’attuale web (e senza utilizzare la blockchain) per assicurarsi che tutte le informazioni e i dati che circolano siano sempre sotto il controllo degli utenti.

A oltre trent’anni dalla nascita del web, il suo inventore non ha nessuna intenzione di smettere di difenderne la sua natura libera, democratica e aperta.